venerdì 23 dicembre 2016

TiramiSú di Liliya Radoeva Destradi

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Questo è un mese di poesie, dopo il libro di Luigi Genghi, un'amica mi presenta una ragazza molto particolare: se stessa dentro e fuori, decisa e accogliente, una chioma che parla di vita, di ribellione, di personalità, di verità.
Come sempre faccio, quando ho preso il suo libro l'ho guardato, osservato, non ho letto la prefazione perché prima delle spiegazioni io preferisco godermi il testo come mi pare.
Amo pescare dai libri quello che serve a me e non ascoltare subito quello che gli altri vogliono dirmi poi, se il libro mi piace, mi interesso all'autore e al suo messaggio.
Premesso che questo è un libro di poesie molto particolare perché è costruito su centinaia di ritagli di giornali, ovvero con la tecnica delle found poems attraverso il cut-up dei giornali (proposta creativa che ha visto la luce intorno al 1920), prima di dirvi cosa ho letto io nel libro vi spiego che è diviso in cinque sezioni, ciascuna con una storia propria:

1. un altro vento e teatri di vetro
2. le porte girevoli dell'amore
3. le invasioni non sono ancora finite
4. tre bottiglie di magia al giorno
5. la luce a tempo pieno

Ogni sezione porta poesie costruite con ritagli di giornali su pagine colorate. Azzurro per la prima sezione, viola per la seconda, verde per la terza, rosa per la quarta e giallo per la quinta. Vi spiego questo per farvi capire il lavoro di accostamento tra parole, colori e emozioni fatto dalla poetessa.
Così divise le sezioni, io ho letto ciascuna sezione come se fosse una piccola storia in poesia. In media dieci pagine di storia poetica a sezione, pagine che filano tra di loro, collegate da un filo rosso - dal mio punto di vista - molto chiaro.
Leggo la doppia vita delle donne del cinema, il bello che appare e il brutto e reale nascosto. Ci leggo il reale romanzo dell'amore, dalle stelle alle stalle o dalle stalle alle stelle.
Ci leggo un grido di liberazione del passato per dare un senso al passato e un valore al presente e una possibilità al futuro.
Un passato che spesso, invece, continua a ripetersi senza ragione.

 Incontro Liliya in un bar, davanti a un caffè, e le chiedo di parlarmi del suo libro. La prima cosa che noto è che per lei ogni poesia è a se.
Le poesie all'interno di ciascuna sezione non sono collegate ma ciascuna ha una sua vita, una sua storia e ... non riesco a crederci e la fermo.
Devo controllare, leggo la fine delle poesie e l'inizio di quelle a seguire e a me ancora sembrano collegate, tutte!
Romanzi poetici senza titolo ma con un intenso significato, ero sicurissima eppure ...
[...]
Cercasi Don Giovanni
Una nuova esperienza
Proibita? Non più
                      C'è poco da dire,
                      Non sono una signora
                      Lontano dagli stereotipi di
                      Feste, borse Vuitton e donne "a disposizione"
                      Fra gioielli, tessuti
                     e il sesso è senza gioia
                     Quel grande freddo
                     [...]
Non sembra una donna con una vita diversa? Una donna in cerca di amore quasi quanto lo cercava Don Giovanni? Nessuno capiva che Don Giovanni non era un donnaiolo spinto del piacere ma un uomo in cerca di vero amore, amore che non riusciva a sentire! Certo per la donna è diverso, una donna in cerca del vero a more è giudicata diversamente e dunque lei lotta per non essere un'etichetta e per trovare il vero amore e ... e invece no!
Questa è la mia libera interpretazione perché ogni poesia ha una sua storia diversa da come l'ho costruita io.
Affascinante!
Ecco le due poesie:


Sono poesie solitarie che raccontano di vite di donne, di uomini e di altro. Una donna non può permettersi di vivere senza ironia, non riuscirebbe ad andare avanti, prima o poi viene fermata. Storie di donne che parlano di ribellione. Una ribellione per poter essere se stessi e non ciò che gli altri vogliono. Questa ricerca continua nel voler cambiare le persone (e le personalità) è ciò che porta al male. Il male è quello che porti dentro e che a volte, senza l'abbraccio di un amico, ti conduce alla droga, al buio, alla non voglia.
Poesie che parlano della solitudine dei figli non compresi, non ascoltati, trasportati qua e là nei buchi tra il lavoro la palestra e gli hobby dei genitori. Figli che hanno bisogno di farsi ascoltare ma in quei pochi minuti di condivisione i genitori sono spesso occupati a dire e non ad ascoltare, a dire cosa vogliono da loro, per non sentire cosa i figli chiedono.

Liliya ci parla de L'angolo della nostalgia, un luogo che prima o poi nella vita conosciamo tutti ed è quel luogo dal quale esci solo se riesci a vedere le illusioni che vivi, a prendere contatto con ciò che non sei, per trovare ciò che sei affrontando te stesso, perché questo è il vero senso della vita: affrontare te stesso.
Da questo angolo di nostalgia ad un angolo di liberazione storica, ci dice Liliya che la storia si ripete e che dobbiamo superare questo ripetersi per poterla studiare, capire e ... smettere di fare le guerre. In fondo cosa è cambiato rispetto al secolo scorso? Al millennio scorso? l tipo di armi, ma sempre di guerre viviamo e Liliya ci dice che dipende anche da noi.
Qui mi permetto di tornare al libro di Luigi Genghi, un uomo ferito che ritrova la via del riscatto e della vita attraverso la poesia. Poesia come percorso di guarigione e di comprensione ... eppure due libri così diversi.

Liliya mi racconta che lei ama prestare attenzione sia alla mente che al corpo anche quando scrive le sue poesie. Ci sono dei ritagli messi nel caos, lei li osserva, li ascolta, li legge e poi improvvisamente un pensiero arriva, nasce in lei un percorso tra questi ritagli e la poesia comincia a prendere forma. Per questo a lei non sembra strano che io possa leggere le sue pagine come se fossero un'unica poesia. Liliya non crede che diventare adulto significhi smettere di credere nella magia, per lei diventare adulto significa smettere di creare distruzione.
Il cambiamento è l'unica vera metafora dell'evoluzione, dello sviluppo e del diventare grandi e ci parla di Marilyn, di Greta Garbo, ma anche del Brutto Anatroccolo, ma anche di donne che di fronte al male intraprendono un percorso di crescita e non di morte.
Un tumore al seno è uno spunto di riflessione per chiederti cosa sta succedendo? Cosa ti sta dicendo il tuo fisico che la mente non riesce da sola a pensare?  Ti chiede un cambiamento, una comprensione, come quel figlio che ha bisogno di essere ascoltato per non precipitare nel vuoto della droga. Spesso le donne che si incontrano in questo percorso si uniscono, crescono, diventano forti e stringono relazioni, amicizie.

Con l'augurio che ci sia per tutti un percorso di crescita positivo come Liliya ci canta nelle sue poesie, vi auguro una buona lettura. Grazie Liliya.



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