lunedì 18 maggio 2015

Bilinguismo e in-lingua in età precoce: consapevolezza e traduzione della parola

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Ancor prima di parlare di una metodologia di acquisizione della seconda lingua straniera vorrei scrivere qualcosa sul perché, secondo me, un'approccio alla seconda lingua in età precoce è un dono prezioso per i nostri bambini e spero che anche in Italia diventi un diritto acquisito dei bambini e non sia più argomento di conflitto tra genitori e istituzioni.
Io traduco, non spesso quanto vorrei ma ho avuto la possibilità di tradurre diverse cose, alcune delle quali molto interessanti e altre meno. Cosa faccio quando guardo un testo in lingua spagnola (o inglese) e lo devo riscrivere (qualcuno direbbe trascrivere) in lingua italiana? Per qualcuno prendo un vocabolario, e controllo parola per parola che abbia riprodotto l'intero testo; per altri uso qualche applicazione di traduttore e poi affino lo stile, sempre che si possa affinare lo stile di una traduzione digitale automatica; qualcuno si rende conto del grande sforzo che un cervello fa nel compiere questa nuova scrittura di un testo in altra lingua.

Normalmente, se mi danno tempo e possibilità, sicuramente necessario per un lavoro di qualità, leggo il testo (parlo in questo caso di un testo letterario o pseudo-letterario), lo comprendo, lo analizzo, studio le parole, l'accostamento delle parole, la scelta del verbo o dell'aggettivo nella lingua madre, meglio sarebbe se potessi confrontarmi direttamente con l'autore.
Poi devo pensare al periodo storico in cui è stato scritto, al luogo geografico-politico in cui è stato scritto, al pubblico per cui è stato pensato. Analizzato tutto ciò formulo ipotesi di ri-scrittura nella seconda lingua facendo attenzione alle singole parole, al loro significato, al loro accostamento, alla scelta de verbo, dell'aggettivo. Confronto il periodo storico in cui scrivo con quello in cui il testo di origine è stato scritto, analizzo il luogo geografico-politico in cui vivo e tengo chiaro in mente a quale target si rivolge la traduzione.
Nella realtà il tradurre è molto più complesso di come lo sto descrivendo qui, ma già questo mi aiuta a porre un focus e a riflettere sul trascendente che si cela dietro ogni traduzione. 
Adesso provate ad immaginare quanto sia complesso fare questo lavoro traducendo da una lingua all'altra, c'è bisogno di intuire il significato nascosto di una parola straniera per riportarlo in italiano ma poi non si è sicuri della propria interpretazione perché manca l'esperienza pratica e la dimestichezza con la lingua.

Mi spiego meglio: se a 3 anni imparate i colori in italiano e in inglese da grande quando sentirete dire rosa, saprete a che tipo di colore si riferisce perché ricorderete la rosa che vi ha regalato vostro nonno; oppure ricorderete come pink il naso del vostro coniglietto preferito. Questo perché prima di una certa età i bambini apprendono per immagini. Apprendendo la seconda lingua da adulto vi potreste trovare di fronte a un terribile pensiero, "oddio non ricordo rosa si dice pink o red?" (ovviamente sto enfatizzando scherzosamente) o ancora "ma pink è rosa rosa o rosa fucsia?" e così via ... perché l'apprendimento è cambiato, è scattato l'apprendimento mnemonico e quando la scatola della memoria si riempie, i pezzi cominciano a cadere.
Non essendo sicuri della traduzione, né del significato della parola, figuriamoci come possiamo essere sicuri della supervisione del testo.

Torniamo ora all'apprendimento della seconda lingua in età precoce, probabilmente il bambino non sarà mai bilingue, benissimo! Che c'è di male?
Sicuramente però avrà acquisito un ricco vocabolario in età di apprendimento per immagini, in età in cui tutto ciò che entra trova un posto nella nostra storia e non si muove più. Un apprendimento viscerale e non mentale, un apprendimento consapevole.
Adesso provate ad immaginare che il vostro bambino entro i 6 anni acquisisca un vocabolario importante in un'altra lingua, nello stesso momento in cui acquisisce quello della lingua madre, immaginate un cervello che impara a camminare su due binari contemporaneamente anziché su un solo binario  ... ciuf ciuf tu tuuuuuu ciuf ciuf ... in fondo lo sappiamo che è solo una questione di buon allenamento e così un cervello che si abitua a fare il lavoro doppio in metà del tempo e con ottimi risultati ... non è un regalo questo per il vostro bambino?

Prima di lasciarvi a questa veloce riflessione vi chiedo: pensate se questo apprendimento avviene attraverso la voce della mamma, le risate del papà, le coccole di una nonna mezza sorda? Se a questo si associa una maestra magica, allora il gioco è fatto!

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